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Ogni settimana proponiamo una selezione di notizie sull’IA generativa fra quelle che più ci hanno colpito e stimolato.

Ecco le ultime:

Nel 2011, Rupert Murdoch proclamava una ‘nuova rinascita digitale’ per il giornalismo,
introducendo una pubblicazione ispirata all’iPad. Tuttavia, il progetto fallì rapidamente,
consumando milioni di dollari. Questa tendenza a fare accordi con grandi aziende
tecnologiche come Apple, Google e Meta ha portato molti editori a investire pesantemente
senza ottenere i ritorni sperati. Questi accordi hanno spesso compromesso la fiducia dei
lettori e non hanno risolto le problematiche economiche del settore. Attualmente, molti editori
stanno negoziando con aziende di AI come OpenAI per vendere il loro contenuto
giornalistico. Accurate notizie sono essenziali per addestrare i modelli di AI, che necessitano
di informazioni tempestive e affidabili. Nonostante ciò, questi accordi rappresentano
un’ulteriore minaccia per il giornalismo, mettendo a rischio la proprietà intellettuale e la
credibilità per guadagni finanziari modesti. Ad esempio, Axel Springer ha firmato un
contratto multimilionario con OpenAI, mentre altri editori come il New York Times hanno
intrapreso azioni legali contro la stessa azienda. Questa strategia rischia di replicare gli
errori del passato, compromettendo ulteriormente il settore. Gli editori dovrebbero resistere
alla tentazione di licenziare i loro contenuti per pochi spiccioli, proteggendo il valore del loro
lavoro e puntando a un futuro più sostenibile. È fondamentale che i giornali si concentrino
sulla produzione di giornalismo di qualità, invece di cercare salvezza in accordi con aziende
tecnologiche che non hanno a cuore il futuro del giornalismo.
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Alphabet Inc. e Meta Platforms Inc. stanno negoziando con i principali studi di Hollywood per
ottenere la licenza di contenuti da utilizzare nei loro software di generazione video basati
sull’intelligenza artificiale. Entrambe le aziende stanno sviluppando tecnologie in grado di
creare scene realistiche partendo da semplici descrizioni testuali, offrendo decine di milioni
di dollari per collaborazioni. Anche OpenAI, sostenuta da Microsoft Corp., sta
intraprendendo conversazioni simili. Gli studi di Hollywood vedono in queste tecnologie
un’opportunità per ridurre i costi, ma sono anche preoccupati per la protezione del loro
lavoro. Alcuni, come Warner Bros. Discovery Inc., sono disposti a concedere in licenza
alcuni programmi, mentre altri, come Walt Disney Co. e Netflix Inc., sono più cauti,
preferendo altre forme di collaborazione. La preoccupazione principale degli studi riguarda il
potenziale utilizzo non autorizzato di materiale protetto da copyright per addestrare i modelli
di AI. Esempi di utilizzo attuale dell’AI includono la creazione di scene iperrealistiche in pochi
istanti e il ringiovanimento digitale di attori, come nel caso di Tom Hanks per un film diretto
da Robert Zemeckis. La comunità di Hollywood è divisa tra l’entusiasmo per le nuove
possibilità creative offerte dall’AI e l’ansia per le implicazioni occupazionali, come dimostrato
dallo sciopero di attori e sceneggiatori dello scorso anno. Tyler Perry, regista e proprietario
di uno studio, ha espresso sia l’entusiasmo per le opportunità offerte dall’AI sia la necessità
di regolamentazioni per proteggere i lavoratori del settore.
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Pechino ha lanciato un nuovo chatbot, ‘Chat Xi PT’, addestrato sulla filosofia politica del
presidente Xi Jinping, denominata ‘Il Pensiero di Xi Jinping sul Socialismo con
Caratteristiche Cinesi per una Nuova Era’. Questo modello di linguaggio di grandi dimensioni
(LLM) è stato sviluppato per assicurare che l’AI rispecchi i valori socialisti fondamentali e
non contenga contenuti che possano sovvertire il potere statale. Attualmente in uso presso
un centro di ricerca sotto l’autorità del potente regolatore internet cinese, il modello potrebbe
essere rilasciato per un utilizzo più ampio in futuro. È in grado di rispondere a domande,
creare rapporti, riassumere informazioni e tradurre tra cinese e inglese. La creazione di
questo LLM fa parte degli sforzi estesi da parte dei funzionari cinesi per diffondere le idee di
Xi su politica, economia e cultura, tramite libri, app di notizie e persino programmi scolastici.
Per affrontare la sfida dei dati linguistici cinesi relativamente scarsi, l’Associazione di
Sicurezza Informatica della Cina ha rilasciato un database pubblico di 100 milioni di voci di
dati di alta qualità, includendo regolamenti governativi e documenti di politica. Questo
approccio garantisce che i modelli generativi di AI rispettino le norme cinesi sul discorso
pubblico, come dimostrato dai chatbot di Baidu e Alibaba, che evitano argomenti sensibili
richiedendo agli utenti di riavviare le conversazioni.
Ecco l’articolo completo

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